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MUSEO DELL'OPERA
Casa della Musica, Parma
“L’Opera in scena: viaggio nel teatro musicale a Parma”

Nel 1628, quando fece la sua comparsa a Parma per inaugurare il Teatro dei Farnese, l’opera era una spettacolo riservato a pochi eletti e il suo scopo era celebrare nel modo più ricco e memorabile un evento particolare legato alla casata dominante. Proprio allora, tuttavia, stavano maturando le condizioni perché quello spettacolo così raro ed esclusivo si trasformasse in un evento pubblico e nel genere di spettacolo di maggior successo per i successivi trecento anni. Anche Parma, dopo la sontuosa apertura del Teatro dei Farnese, si sarebbe adeguata alla tendenza comune, con la costruzione di teatri pubblici, il Teatro Ducale nel 1687 e il Nuovo Teatro Ducale, l’odierno Teatro Regio, nel 1829. Il Museo dell'Opera prende spunto dalla tradizione di Parma per ripercorrere quattro secoli di storia del teatro d’opera, attraverso i temi e i protagonisti che ne hanno segnato il cammino dalle origini fino ai giorni nostri.

 

 
 
     
 
     

OSPEDALE "GIUSEPPE VERDI"
Villanova d'Arda

L'impegno sociale e umanitario di Giuseppe Verdi nel Piacentino si concretizzò anche nella realizzazione dell'ospedale di Villanova. La struttura sanitaria fu infatti costruita solo ed esclusivamente grazie all'impegno finanziario del Maestro. Venne inaugurata nel 1888 con l'ingresso nella struttura ospedaliera dei primi dodici degenti, tanti ne poteva contenere allora. Prima della costruzione dell'ospedale gli abitanti della borgata in riva all'Arda erano costretti a percorrere una quarantina di chilometri per farsi curare a Piacenza. La realizzazione dell'ospedale fu per il Maestro l'avverarsi di un sogno. Verdi ne ispirò lo statuto e resse direttamente le sorti del nosocomio attraverso una commissione da lui eletta, che ebbe il compito di amministrarlo fino al 1901.
L'ospedale era al servizio dei poveri del Comune e ad esso Verdi vi si dedicò, insieme alla Strepponi, occupandosi personalmente anche degli arredi e delle attrezzature sanitarie. Un coinvolgimento a tutto campo per il Maestro più che mai attivo in quegli anni.
La sollecitudine con cui Verdi si occupò dell'ospedale emerge dall'attenzione con cui egli stesso si occupò della stesura degli articoli dello statuto. Il "conservatore" dei beni doveva badare che gli ammalati venissero accuditi e curati al meglio, affinché non rimanessero ricoverati più del dovuto; prestare assistenza al personale di servizio, controllare i dipendenti, seguire con scrupolo l'andamento dei fondi rustici che alimentavano il finanziamento dell'istituto sanitario.
Presidente del Consiglio d'amministrazione dell'ospedale era il sindaco di Villanova, Giacomo Persico, con il quale Verdi ebbe rapporti di stima sia sotto il profilo umano che professionale. Dall'epistolario ricorrente tra i due emerge l'impegno costante per la povera gente di Villanova.
Oggi l'ospedale è affiancato da un moderno complesso sede di un centro di recupero e rieducazione funzionale tra i migliori in Italia.

 

 
     

VILLA PALLAVICINO
Busseto

 

 

Villa Pallavicino è un edificio di arte rinascimentale che sorge al di fuori delle antiche mura della città di Busseto.
Vi si accede dopo aver percorso un viale di pioppi attraverso un Arco trionfale (XVII secolo) ad un fornice (opera ascrivibile all'architetto ducale Domenico Valmagini); esso è diviso in tre parti, decorato da festoni manieristi e, al centro, da un drappeggio aperto su una finta balaustra a imitare un sipario teatrale. Gli stucchi e le terrecotte sono opera di Domenico Dossa e Bernardo Barca. Sui lati si trovano due nicchie con delle statue in pietra: una rappresenta Flora con un putto, allegoria della Primavera mentre l'altra Bacco con un faunetto, allegoria dell’autunno realizzate da Giuseppe Torretti.
Non si ha la certezza sull'autore del progetto della Villa (probabilmente Bramante o Vignola) e i Pallavicino, che la acquistarono negli anni trenta del XVI secolo per farne una residenza estiva, non ne sono i committenti. Sorse, infatti, agli inizi del XVI secolo per volere di Matteo Marri. Certo è, però, che l'imperatore Carlo V d'Asburgo, nel 1533, prima di partire da Busseto, a cui aveva concesso il titolo di città per ricompensarne la fedeltà all'impero, si recò alla Villa e gli piacque a tal punto da richiederne un disegno per ricordo; la Villa infatti presenta una particolare pianta a scacchiera (che ricorda lo stemma dei signori di Busseto ove la scacchiera è simbolo di vittoria ottenuta, in petto all'aquila imperiale), composta da cinque ambienti indipendenti uniti tra loro da un unico corpo centrale che sovrasta un grande atrio, aperto ai quattro venti detto Boffalora. La volta è interamente decorata da affreschi con delle immagini di divinità e delle grottesche raffiguranti intrecci di putti, sirene e tritoni con due code, scimmie ghignanti e uccelli multiformi. L’opera, il cui autore è presumibilmente lo stesso decoratore del salone degli stemmi del castello di Torrechiara, risale al settimo-ottavo decennio del XVI secolo. L'edificio, pur essendo circondato da un fossato, non fu creato per scopi di difesa e un tempo la balaustrata che circondava il Palazzo recava numerose statue.
Nel 1543 Villa Pallavicino ospita lo storico incontro fra l'imperatore Carlo V d'Asburgo e papa Paolo III Farnese per concordare il nuovo assetto territoriale della legazione pontificia e la creazione del ducato farnesiano affidato nel concistoro del 27 agosto 1545 a Pierluigi, figlio del papa e gran gonfaloniere della Chiesa.
Alla fine del XVII secolo Alessandro II Pallavicino ordina la ristrutturazione e l'innalzamento della villa, affidandone la direzione probabilmente ad Antonio Maria Bettoli, esecutore del palazzo Santa Fiora di Parma. La facciata, in stile classico, è alleggerita dallo slancio verticale dato dai bugnati che ritmano gli angoli, dai tagli orizzontali delle cornici marcapiano e dagli stucchi rococò eseguiti da Carlo Bossi sotto commissione del marchese Alessandro nel quarto decennio del XVIII secolo. Gli ambienti interni presentano soffitti a volta affrescati e stuccati da artisti che operarono per i Pallavicino nel XVIII secolo. A sud del palazzo nobile sorge l’edificio delle scuderie, con pianta a ferro di cavallo e ali rivolte verso la Villa.

 
     
 

MUSEO NAZIONALE GIUSEPPE VERDI
Villa Pallavicino, Busseto

 

Dal 10 ottobre 2009 Villa Pallavicino è sede del Museo Nazionale Giuseppe Verdi.
Le 27 opere del Grande Compositore sono rappresentate in un percorso storico con la riproduzione delle scenografie originali di Casa Ricordi e dei quadri dell'epoca, i tessuti pregiati dell’800, le musiche immortali, in un ambiente di luci teatrali che trasmettono emozioni uniche al visitatore e lo accompagnano in un percorso di intense atmosfere romantiche ideato dallo scenografo e regista Pier Luigi Pizzi, Maestro di riconosciuto prestigio internazionale. I leggii con i testi realizzati da Philippe Daverio, noto critico d'arte, offrono una visione storica dell'epoca, dei fatti e dei personaggi che hanno influenzato Giuseppe Verdi nella creazione delle proprie opere.

 
     
             
     

IL TEATRO REGIO DI PARMA

Il Teatro Regio di Parma, considerato tra i più prestigiosi e noti del mondo, fu inaugurato il 16 maggio 1829 con Zaira, opera appositamente composta per l'occasione da Vincenzo Bellini. La sua costruzione, voluta dalla duchessa Maria Luigia, fu affidata all'architetto Nicola Bett?i e richiese otto anni di lavoro. L'opera risultò proporzionata e imponente: 84 m di lunghezza, 37,5 m di larghezza e un'altezza di quasi 30 m. La sua capienza massima è attualmente di 1.200 spettatori circa. L'edificio di gusto neoclassico ha fronte a portici con dieci colonne ioniche. Sotto il timpano di coronamento, due rilievi di Tommaso Bandini raffiguranti la Fama e la Lira affiancano il finestrone centrale. Dal foyer si accede alla platea ellittica, circondata da quattro ordini di palchi e dal loggione. I decori dell?interno in bianco e oro sono opera di Girolamo Magnani. Giovanni Battista Borghesi firmò il soffitto e il grande sipario dipinto a tempera, quest'ultimo (sottoposto a recente restauro conservativo terminato nel 1999) raffigurante Maria Luigia ritratta sotto le spoglie di Pallade o Minerva in trono. L?astrolampo, in bronzo dorato del peso di 1.100 kg, e delle dimensioni di 4x4,5 m, illuminato a candele e successivamente a gas, venne realizzato dall'officina Lacarri?e di Parigi. Il Teatro Regio di Parma conserva uno degli esempi più antichi e meglio conservati di camera acustica decorata, dipinta a tempera da G. Carmignani e composta da pannelli di canapa di forme e dimensioni diverse (sottoposti a recente restauro) con motivi che ripropongono la decorazione dei palchi della sala. Le splendide sale del Ridotto furono affrescate in gusto neoclassico da Giovanni Azzi e Alessandro Cocchi sulla volta e di Stanislao Campana per le pareti.